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15 Ottobre 2025

L’anima segreta di Piazza Santissima Annunziata: tra orfani e fantasmi

Piazza Santissima Annunziata a Firenze non è solo una splendida cornice architettonica, ma un vero e proprio scrigno di storie. C’è il magnifico porticato del Brunelleschi, che un tempo fu l’Ospedale degli Innocenti, un luogo dalla storia toccante, rifugio per gli orfanelli della città. Al centro della piazza, la statua equestre di Ferdinando I de’ Medici nasconde una curiosa sfida: si dice che sia impossibile contare tutte le api del suo bassorilievo in un solo colpo. E passeggiando tra questi monumenti, si percepisce l’eco di una leggenda meno nota, che avvolge il vicino Palazzo Budini Gattai. Tutte queste storie si raccontano al meglio in autunno, specialmente durante la notte di Halloween, quando l’atmosfera si fa più suggestiva e misteriosa.

Lo Spedale degli Innocenti:

La ruota degli esposti

A Firenze, l’Ospedale degli Innocenti è un luogo dalla storia profonda e commovente, la cui missione ebbe inizio grazie al mercante pratese Francesco Datini. All’inizio del 1400, il suo generoso lascito di mille fiorini fu destinato alla cura dei più fragili, dando vita a questa istituzione dedicata esclusivamente ai bambini abbandonati. Simbolo del primo Rinascimento, l’edificio si affaccia su Piazza Santissima Annunziata con l’elegante porticato del 1419, capolavoro di Filippo Brunelleschi. A sottolinearne la funzione, i celebri tondi in terracotta di Andrea della Robbia raffigurano bambini in fasce.

I piccoli venivano accolti attraverso la “Ruota degli esposti”, e spesso, insieme a un nome scritto su un foglio, le madri lasciavano un oggetto spezzato a metà, nella speranza di poter un giorno tornare e riconoscere il proprio figlio. Molti di questi oggetti sono oggi esposti nel museo, che permette di esplorare gli ambienti in cui i bambini venivano cresciuti fino a quando non potevano diventare autosufficienti o essere adottati. L’ospedale, sostenuto principalmente dall’Arte della Seta, continuò la sua missione fino al 1875.

La sua eredità sopravvive ancora oggi in alcuni cognomi italiani come “Innocenti” o “Nocentini”, spesso portati dai discendenti di quei bambini che trovarono in questo luogo una casa.

Le innumerevoli api di Ferdinando I

Ferdinando and the uncountable bees.

Al centro della piazza si erge la magnifica opera di Giambologna, la statua equestre che ritrae Ferdinando I de’ Medici in una posa trionfale.

Pochi sanno che fu il suo allievo, Pietro Tacca, a completare l’opera aggiungendo un dettaglio affascinante: sul basamento posteriore del monumento, si trova un bassorilievo che riproduce un ordinato sciame di api disposte in modo concentrico attorno alla propria ape regina. Si tratta di un’allegoria tipica della famiglia Medici, che simboleggia Firenze. Viene rappresentato come un popolo laborioso e leale che ruota attorno al potere del Granducato.

Ancora oggi i bambini fiorentini che vengono portati in piazza vengono sfidati a contarli, ma la verità è che è quasi impossibile anche per i genitori.
La credenza vuole che chi riesce a contarle tutte, senza toccarle o segnarle in qualche modo, sarà ricompensato con grande fortuna.

Lo spirito tormentato del Palazzo Budini Gattai:

Palazzo Budini Gattai e la finestra mai chiusa

Fermandosi al centro della piazza e guardando verso il Duomo, si nota un bellissimo palazzo sull’angolo destro. La sua storia inizia a metà del ‘500, quando Jacopo Grifoni, segretario del potente duca Cosimo I dei Medici, decise di acquistare il terreno per edificare una dimora degna del suo potere.

Alla sua costruzione lavorarono grandi architetti dell’epoca, come Baccio d’Agnolo e Bartolomeo Ammannati, ma l’opera fu tutt’altro che semplice. L’edificio, che si sviluppa su tre piani, si distingue per la particolarità dei mattoni a vista, che gli conferiscono un caratteristico colore rossastro. Vi consigliamo di osservare attentamente le decorazioni con i simboli di Cosimo I, come la tartaruga e il capricorno, che simboleggiano la saggezza nel prendere decisioni con calma e la forza nel portarle a termine.

La dimora passò di mano in mano tra diverse famiglie nobili, fino ai Budini Gattai nell’800, da cui ancora oggi prende il nome e che ne sono tutt’ora i proprietari. Ad ogni cambio di mano la casa fu ingrandita, ammodernata o modificata, ma c’è un dettaglio che non è mai cambiato.

Si narra infatti di una nobildonna, talmente innamorata del marito partito per la guerra, da averlo aspettato ogni giorno della sua vita alla finestra d’angolo del primo piano. I giorni e gli anni passarono, ma il marito non fece mai ritorno e la donna morì nella sua vana attesa. Quando, dopo la sua morte, si cercò di chiudere la finestra, nella stanza si scatenò un vero e proprio putiferio, con oggetti che si muovevano. Il tumulto si placò solo dopo che la finestra fu riaperta. Da quel momento, si narra che la finestra non venga mai chiusa e che almeno una parte della persiana sia lasciata aperta, per permettere alla donna di continuare ad aspettare il suo amato.

Cosa aspetti a scoprire i segreti di Piazza Santissima Annunziata?